SEZIONE COPIA-COPIELLA……
Al momento la
“filofollesofia” può vantare solo uno patetico
tentativo di imitazione, ad opera di una giornalista, mi pare, che ha usato il
termine in questione per le sue operazioni commerciali, dimostrando però che
nulla di filofollesofico può trovarsi nei suoi scritti! La filofollesofia, è
innanzi tutto estro, invenzione, ironia e… delirio; e la filofollesofa mancata,
non può vantare né estro, né inventiva, se no, non avrebbe
avuto bisogno di copiare la mia espressione specifica per le sue
iniziative: cosa ci vuole ad inventare un termine qualsiasi che sia distintivo
di se e delle propria arte? L’ironia, d’altra parte, nasce
dall’estro e dall’inventiva, e la suddetta, mancante delle due, non può,
di conseguenza, possedere la terza! Neppure il… delirio, può trovarsi nei suoi
testi, dato che, nel suo caso, si tratta da come si evince dalle sue
presentazioni, di una persona che non è affetta da grave malattia mentale, cosa
che la rende, quindi, per così dire, incapace di delirare: per
cui, niente delirio, niente… filo<folle>sofia! La parola
filofollesofia, infatti, è costituita dall’inserimento all’interno del termine “filosofia”
della parola: “folle”; alla lettera, significando quindi: “la filosofia del
folle”, la mia; in quanto io sono un “folle”, almeno secondo definizione
medico-psichiatrica, dato che mi hanno considerato tale, dando alla mia
patologia mentale la diagnosi di: “psicosi dissociativa”, conosciutissima
alterazione psichiatrica che… garantisce, più di altre, il delirio. D’altra
parte, poi, per quanto io abbia insistito e insistito per convincere vari
esponenti della psichiatria napoletana, della veridicità delle mie convinzioni
e conoscenze acquisite, sia aliene che umane, non sono
mai stato preso in considerazione, e l’incredulità che mi è stata sempre
presentata, dimostra ancora con maggiore evidenza il mio delirio, o almeno
quello che loro consideravano e considerano tale!!! E da questa incredulità è
nata la filofollesofia, definita con l’espressione in questione: dal fatto,
cioè, che loro, i miei medici, pur considerandomi un idiota da risocializzare,
pretendevano da me che scrivessi di filosofia sociale, ed io, per prenderli in
giro ho costruito il termine, come a dire: che io sì, avrei scritto, come loro
volevano, ma che cosa? Ovviamente, e soprattutto per loro insindacabile
giudizio medico… Il delirio di un pazzo!!! Ma la
nostra persona, quella della quale stiamo parlando, per scrivere di
filofollesofia, ha anche lei una grave patologia, gravi problemi mentali e
anch’essa quindi è deviata, nel suo giudizio, dalla sua dissociazione???
…………………………………
Io quando vidi per la prima volta la sua presentazione di pillole di
filo…follesofia”, su facebook, pensai che fosse la solita sprovveduta che per
far bella figura in rete scrivendo qualcosa di buono, aveva copiato la mia
parolina magica, ma, invece, poi cercando di lei in rete, ho rilevato il fatto
che addirittura è una laureata, sì, è una donna, laureata in filosofia, e
addirittura specializzata in ricerca sociale; insomma ha studiato per ben 9
anni, con il punteggio finale di, addirittura: 110 e lode!!! E fresca ancora di
università nel 2013 come prima iniziativa professionale ha avuto la bella idea
di utilizzare la mia parolina, per la sua pagina di facebook, poi negli anni ha
anche istituito una fondazione, con le sue pillole e la mia filofollesofia; e recentemente,
un anno fa ha stampato il libro. Io, che non avevo fatto caso
alla cosa, e sapevo solo della pag su Fb, quando per
combinazione ho trovato il tutto su internet mi sono molto seccato, e di
conseguenza ho inviato alla pagina facebook della casa editrice che le aveva
editato il libro questo messaggio:
“”salve, con questo pseudonimo, io, giovanni
gramaglia, vi invio questa comunicazione, essendo l'autore del libro, e a
questo punto anche della "parola" filofollesofia, in relazione al vs libro "pillole di filofollesofia". molta è la mia perplessità in riferimento a questo fatto:
con un vocabolario con centinaia di migliaia di termini, migliaia di lingue
sulla faccia della terra, e voi e la vostra autrice, per scrivere un libro,
dovete usare come titolo proprio la "mia" parola, relativa e
identificativa della mia collana e dei miei libri??? su, un po' di fantasia, e
cambiate il titolo, dato che il libro non è ancora uscito, evitandoci dissapori
e possibili, futuri problemi reciproci.... la specifica parola:
"filofollesofia" non deve essere visibile, esposta e tale da
identificare la pubblicazione, o utilizzata per vostre presentazioni e
pubblicità di qualsivoglia genere e lavoro, pur tuttavia potendo essere
ovviamente utilizzata in interventi per pagine interne, comunque non
identificative dei lavori nei quali appare... grazie..... è stata inviata al
vostro indirizzo anche una mia e-mail, relativa allo stesso argomento!!!
gramaglia giovanni......””
Da tenere presente a
proposito del numero delle parole che dovrebbero trovarsi nei vocabolari di
tutta la terra, dovrebbero essere, approssimativamente, circa 800.000.000, sì,
ottocentomilioni! Le lingue infatti sono circa:
7/8mila, molto approssimativamente potremmo calcolare 100.000 parole per
lingua, molto approssimativamente, però! Il mio vocabolario di
italiano porta 135.000 voci, il che è tutto dire!!!
Pertanto, mi sento di
puntualizzare la questione in questi termini: una cosa sono
le tantissime parole che si trovano da secoli nei vocabolari, e che sono
patrimonio di tutti; e un’altra cosa è una parola che una persona inventa per
definire e presentare se stesso in prima persona, come avevo fatto io con la
parola filofollesofia; della quale si è gelosi e che si vuole usare solo per
se, per identificare se stessi e le proprie cose!
In più inviai una mail alla casa editrice:
(Il giorno 03/mag/2015 00:51,
gramaglia ha scritto:)
salve, io sono giovanni gramaglia,
l'autore del libro "filofollesofia", e sono rimasto perplesso dalla
presentazione del vs libro: "pillole di
filofollesofia", situazione nella quale avete usato la specifica parola di
mia creazione per il vs volume. dato
che il libro ancora non è uscito, io vi chiedo cortesemente, di evitare l'uso
del termine "filofollesofia" per vostre pubblicazioni, in quanto la
ritengo una mia "invenzione" di mio esclusivo utilizzo, grazie per
l'attenzione... saluti...””
all’epoca avevo visto solo
una presentazione pubblicitaria nella quale si diceva che il libro sarebbe
uscito al più presto, anche se invece era già uscito da un anno: non avevo
fatto caso alla data!!!
Questa fu la risposta
della casa editrice:
“”Lei chi e' scusi, il padreeterno,
detentore d'ogni creazione o il presidentissimo della
Corea del nord? Per fortuna in Italia un autore puo' ancora scegliere il
titolo che desidera per il proprio libro! Tra l'altro il libro di “nome
dell’autrice” e' uscito da un anno e ha gia' riscosso parecchio successo, probabilmente anche piu' del Suo, visto che non abbiamo mai sentito parlare di
un titolo simile! Evidentemente c'e' chi lavora e chi invece ha buon tempo per
rincorrere certe sciocchezze! Cortesemente non ci disturbi piu'!””
Il padreterno detentore di ogni creazione, il presidentissimo
di… io, e poi per che cosa?... per una parola sola!... e se fossero state 2,
cosa sarei mai stato? Siamo in un paese libero, è vero, sì, di fare brutta
figura dimostrando di non sapere neppure inventarsi una cretinata, semplice semplice, per fare bella
figura!
Ecco la mia risposta,
comprensiva di un file dove c’era la copia in vendita del mio libro con tanto
di copertina:
“”ma che dici??? il libro filofollesofia di gramaglia, ed
sensibile alle foglie, stampato nel 2003 e subito messo in rete come tutti i
libri, sta su internet da oltre un decennio, se non ci credi vedi file o vai su
internet, cliccando filofollesofia! ammesso che tu sappia che esiste internet!
il termine filofollesofia, l'ho coniato io nel 1998! se poi qualcuno l'ha fatto prima di me, nei secoli, non mi è
dato sapere!!!
un suggerimento, per voi "persone di poco spirito"...
creativo: dici alla tua scrittrice di successo, di non sprecare il suo talento
con la squallida filofollesofia di gramaglia e di dedicarsi a superiori, più
elevate e adeguate vette letterarie, scrivendo, che so: i promessi sposi, il
capitale, alla ricerca del tempo perduto, la divina commedia, l'eneide, l'odissea, la bibbia!... sai il trionfo!
evita di stampare altro usando il termine filofollesofia, così
potrai pure evitare di fare altre brutte figure!!!
il padreeterno della filofollesofia,
in persona e spirito santo...ha.............ha.............ha!””
Dalla casa editrice e
dallo sconosciuto individuo, che non si era neppure firmato, che aveva usato la sua mail, non ci furono ulteriori risposte, e io niente
altro ho comunicato! Secondo me, la questione è questa: la parola
filofollesofia, che io molto facilmente ho inventato, convinto della “pochezza”
della cosa, di per se è solo una caricatura, una garbata
presa in giro, una… cretinata, con la quale io mi trastullavo un poco, quando
ne avevo voglia, aprendo la pagina su google e
vedendo i link con il mio libro. Adesso deve apro,
apro, trovo sempre pillole, pillole dappertutto, che diamine, in conclusione dico
io: ma neppure una cretinata puoi tenerti, che pure
qualcuno viene a rovinartela perché te la deve copiare, dato che non è in
grado, evidentemente per mancanza di capacità personali, di inventarsene una di
sua mano???