Filofollesofia
3
-VIETATA
AI MINORI-
GALINA
LACEK
E
AUTORE:
GIOVANNI GRAMAGLIA
COPERTINA COMPLETA
COPERTINA DEL VOLUME
TRE PRIMA STAMPA ANNO 2016
COPERTINA DEL VOLUME TRE RISTAMPA
ANNO 2018
Nel libro di FILOFOLLESOFIA 3
continua la serie dei G-Files, in quanto vengono presentati altri 4 fascicoli
in forma di saggio, dal quindicesimo al diciannovesimo. Nel libro viene
raccontata l’inquietante storia, caricaturalmente parlando, della dolce
Ceccolina e di come sia nato il suo soprannome; è anche narrata allo stesso
modo l’inquietante vicenda, parlando letteralmente, della FILOFOLLESOFIA: com’è
nata, secondo quali modalità si è sviluppata, chi l’ha gestata e partorita, e
in ultima conclusione ed analisi qual è quella persona che porta il peso morale
del suo svolgimento e conclusione, e che finalmente ne dovrà pagare le giuste,
negative conseguenze.
Il presente testo va ricollegato
alla “homepage” del sito: http://www.filofollesofiagramaglia.it
Filofollesofia
3
Filofollesofia
Gramaglia facebook
FILOFOLLESOFIA
– Tube Youtube
La
filofollesofia nasce da un triste caso di mala sanità, nel quale, una
dottoressa incompetente, petulante ed assillante, coadiuvata da uno stuolo di
medici di basso livello, dopo mesi e mesi di ossessionanti discorsi e
insistenze mi ha convinto a scrivere di filosofia! Quale è stato il risultato?
Negativo: dopo diciotto anni ancora scrivo, avendo lavorato ai testi, in questo
periodo, per almeno quattordici anni. Testi che purtroppo nulla hanno di
commerciale e non destano il minimo interesse da parte del pubblico; ma cosa
più importante, in essi, tutto quello che faccio è criticare pesantemente e
categoricamente la terapia ambientalista, alla fine, considerandola solo una
forma di deleteria, pericolosa e dannosissima forma di ciarlataneria. Se a
qualcuno, quello che ho scritto, potrà non piacere, che se la prenda con Lacek,
la dottoressa di cui sopra, infatti, a suo tempo ha dichiarato che di qualunque
cosa di male avessi scritto se ne sarebbe assunta lei tutta la responsabilità!
GIOVANNI
GRAMAGLIA
FILOFOLLESOFIA 3
-VIETATA AI
MINORI-
DI
GALINA LACEK
E
DELLA FOLLE FILOSOFIA
Dedicato
“negativamente“ alle donne: persone infide e pericolose; come sapevano bene gli
antichi greci, che crearono il mito delle sirene riferendosi appunto a loro.
Sirene che seducevano i marinai (solo uomini ovviamente) con il canto e le
belle forme, e poi, quando li avevano a portata di mano, di artigli, meglio
ancora, li sbranavano completamente, gettando via, dopo il pasto, gli avanzi.
INTRODUZIONE
AL VOLUME
filastrocca
Questa è la storia di
Ceccolina
che innamoratasi una
mattina
è andata avanti per
più di un anno
solo facendo costante
danno.
Perché credevasi
psicodivina,
specializzata in
Ics-medicina,
finché rifiutando di
collaborare,
io l’ho dovuta, ahimé,
licenziare!
E del sociologo gretto
e scadente,
sgrammaticato ed
insistente,
che con la scienza sua
superiore
di stupidi utenti è
manipolatore.
Voleva, credendolo un
suo diritto,
manipolare anche me:
il sottoscritto;
che assecondandolo
prima l’ha usato
ed alla fine l’ha
vaffanciullato.
Del direttore tappo e
pelato
che solo il baffo ha
rinomato;
avendo purtroppo,
davvero rincresce,
soltanto questo ormai
che gli cresce.
Che in situazione
d’ingiusto operato
tutti i miei libri ha
già sequestrato:
per darli quindi ai
suoi nipotini
e farli giocare da
veri bambini
con mamma psicologa
dei baccalari
in terapia da… quattro
denari.
Finalmente comincia il terzo volume
della FILOFOLLESOFIA. Finalmente, perché? Ma è semplice! Per il fatto
importante, importantissimo che, concluso il terzo, finirò il quarto, poi il
quinto, il sesto, il settimo, e così via; e alla fine, fra qualche decennio,
avrò ter-minato di compilare ed elencare stupidaggini; e potrò di conseguen-za
smettere di scrivere. Mi sembra una buona ragione!... Che ne dite? Non vedo
l’ora!!!
Chiunque non interessato al presente testo può volendo,
tranquillamente, cambiare libro, e leggerne un altro. Ma chi dovesse ugualmente
intraprenderne la lettura lo farà unicamente a suo ri-schio e pericolo.
(Ceccolina avvisata… mezza salvata! Forse… Ma neanche per idea!)
Piccola ammissione di grande falso… Ebbene sì, anche le
“menti superiori aliene”… falseggiano qualche volta. Io ho usato finora un nome
e cognome, per indicare una certa signora psicologa molto, molto confusa,
chiamandola Giuseppina Ceccoli, in arte me-dica: Ceccolina! Ma in realtà ho
mentito, spudoratamente, sapendo che invece il suo vero nome è Pasqualina
Cecco, per cui Lina Cecco, in arte medica quindi, mi pare ovvio: Cecco…Lina.
Dico questo perché voglio raccontare la verità, tutta la verità, e nient’altro
che la verità, lo giuro; su questa donna e sulla sua scienza “medico
psichiatrico-psico-domestica”. Una scienza ovviamente confusa almeno quanto
lei, se non di più.
Dato il particolare argomento, di effettiva scabrosità, e le
considerazioni grandemente veritiere e inoppugnabili, che vedranno l’imputato
“donna“ pesantemente accusato ed, alla fine, giustamente condannato al massimo
della pena, senza possibilità di appello alcuno, si sconsiglia la lettura di
alcuni dei seguenti “file” a quanti, esseri umani, abbiano dentro di loro la
profonda convinzione di ap-partenere a questa categoria socio-sessuale.
Soprattutto la lettura in questione è sconsigliata, allo stesso modo, alla
dottoressa Cecco, notoriamente… donna anch’essa, almeno all’apparenza, e
secondo sua precisa affermazione.
Mostrerò inoltre, nel corso degli scritti seguenti,
qualcosa di veramente atipico, per me: l’elenco di tutte le mie donne… con le
quali, o almeno quasi tutte, non ho avuto, in pratica, alcun rapporto
effettivo; limitando la cosa a pure fantasie o illusioni. Ebbene, sì! Sono
sempre stato tanto, tanto solo e tale morirò, quando il VDS deciderà in tal
senso. Oserei dire, quindi, “solo”, per… fortuna! Tenendo presente che, a non
averci avuto praticamente a “che fare”, ugualmente me ne hanno combinate di
tutti i colori. Figuriamoci co-sa mi sarebbe potuto capitare, di veramente
terribile, se solo ne avessi sposata una. Di quelle meschine, per definizione e
strutturalità bio-genetica: bugiarde, disoneste, sleali e infedeli! Proprio
come io al contrario, mi sono sempre definito e a ragione: sincero, onesto,
leale e fedele!
Il presente testo a causa della sua indagine su fatti ed
argomenti personali e non, a carattere altamente erotico e sessuale, è
severamente vietato ai così detti minori intesi per legge: minoren-ni,
inferiori cioè ai 18 anni. Allo stesso modo, per le sue riflessioni e
considerazioni altamente intellettuali, è precluso totalmente a quanti minori,
intesi per mia definizione personale; cioè a quelli che, su una teorica
scaletta da uno a dieci, non raggiungano almeno il quoziente minimo
intellettivo necessario, indispensabile per… capirci qualcosa: di sette e
cinquanta.
Da tenere presente che ogni riferimento, nei miei file, come
già detto in precedenza, a fatti e a persone reali è volutamente in-tenzionale;
ma certamente non a scopo offensivo e/o denigratorio, oppure ancora puramente
letterario: quello che io cerco di ottenere con la mia esposizione, che riguarda
innanzi tutto me stesso, le mie esperienze di vita e la mia personale
psicologia, è di presentare quello che una persona, un malato di mente, grave,
può comunque pensare e vivere interiormente nel momento nel quale viene ad
avere un contatto più o meno formale o ufficiale, con quello che si
autodefinisce il DSM: Dipartimento di Salute Mentale. Per cui non è il caso di
considerare le mie esposizioni come personali, e effet-tivamente riferite ai
vari operatori di salute mentale, considerati co-me tali, verso i quali vengono
indirizzate. Esposizioni che non vanno prese in reale e pratica considerazione,
come se fossero tali da pretendere un comportamento particolare o una posizione
precisa nell’ambito di una considerazione pratica ed effettiva da parte degli
stessi operatori o da qualcun altro; ma bensì solo ed unicamente come
considerazioni, di fatto, sì, ma assolutamente estranee ad una realtà
comportamentale pratica, tale da esigere una conseguenza qual si voglia,
positiva o negativa, riferita al mio testo.
Come a dire che non è il caso di considerare quanto esposto
da me, come domande che attendono una risposta, o considerazioni che pretendono
una qualche azione di un qualunque tipo o genere; ma solo come uno spaccato di
realtà mentale, di espressività psi-chica, da studiare, se vogliamo, da
analizzare anche, comunque sul quale riflettere e ragionare come si può fare su
un testo di filosofia o di politica. Questo per cercare di capire meglio quello
che può esse-re, introspettivamente parlando, l’interiorità personale, e
volendo di-re, anche se la cosa non è tanto gradevole verso me stesso, lo
scrittore, la strutturalità interiore della mente di uno psicotico, che però ha
il vanto di definirsi, o di potersi definire: un iper intellettivo. Quindi le
mie osservazioni, considerazioni e simili, devono essere prese come
l’esposizione tecnica di pensieri personali; rivelati non tanto per fare
polemica, ma per dare la possibilità a chi legge, di poter approfondire quello
che può essere il mondo mentale di un utente del DSM, da un lato; e dall’altro
la realtà, quasi se vogliamo personale, ma non per questo meno pubblica, di
persone che con il loro lavoro, nell’ambito della struttura sanitaria, in
qualche modo condizionano e producono quello che è alla fine il comportamento,
ultimo dell’utente; per tanto dando: un indirizzo tecnico, ma forse anche però,
provocando un condizionamento reale ed effettivo, al loro comportamento, di
conseguenza quindi alla loro personale in-tera esistenza.
Sarà presentata una breve critica sul dottor Sergio Piro,
do-cente di neurologia ed antropologia; iniziatore di una nuova scienza; che
lui però molto modestamente considera e definisce una sem-plice sintematica;
cioè un’insieme più o meno vasto di temi di studio. Inutile dire che io non ho
approfondito le sue tante tematiche e problematiche, molto problematiche senza
dubbio; ne ho solo as-saggiato un pizzichino, in questa proporzione: lui, il
grande dottore, ha scritto all’incirca… non so quanti libri; io sì e no, solo
di alcuni di essi, ne ho letto complessivamente una trentina di pagine. A
capirci comunque qualcosa mi ha molto aiutato, inutile dirlo, la mia grande
intelligenza ed il mio noto intuito stellare; dato che alcuni operatori
laureati, interpellati a riguardo, hanno definito gli scritti di Piro, come
difficili. Però leggere del grande dottore mi ha giovato, e ha aumen-tato la
consapevolezza della validità del mio lavoro filofollesofico; in questo senso:
grazie a lui e al suo valido insegnamento (ricavato dalle mie stringate letture
e da qualche veloce lezione sull'argomen-to, tenutami dal simpatico dottor
Antonino Iaccarino), ora so cos’è la mia filofollesofia, ed in gran segreto lo
confido in questa pagina.
Chiudo questa veloce presentazione piresca, col breve
perio-do presentato nella paradossale situazione del “Processo
«I pazzi non si
trattano da pazzi, se no è normale che fanno i pazzi! I normali se li tratti da
pazzi, fanno i pazzi… figuriamoci i pazzi!!!»
Devo chiedere comunque scusa ai miei affezionati
lettori, come sempre, e sempre di più, pochi ma buoni, per il fatto di avere
mentito su una cosa di vitale importanza: il nome della Ceccolina, ma saprò ben
farmi perdonare, dicendo la verità fin d’ora su tutto il resto. Basterà
leggere…
Voglio inoltre svelare un arcano: si legge all’inizio
di ogni file il mese e l’anno nel quale il file stesso si dichiara completato,
però all’interno dello scritto si possono trovare date successive. Come mai? Ci
si sarà domandati, notando la cosa. Semplicemente per questo motivo: io
compongo il fascicolo, ne faccio una sommaria correzione, e ne fermo la data,
poi in seguito lo correggo e ci faccio delle aggiunte, raramente sottrazioni;
non trovando piacevole can-cellare le mie stesse parole, volendole
evidentemente conservare praticamente per sempre: da cui deriva l’apparente
incongruenza. In pratica, come diceva un tizio in tv, “Le correzioni non
finiscono mai!” O qualcosa del genere!
Due
“idiozie” veramente eclatanti dell’ambientalismo terapico sono, innanzi tutto:
la pretesa di gestire il paziente. I pazienti, però, non si gestiscono, semmai
si curano! Gli specialisti, non sono altro che “comuni persone normali”, con la
loro intelligenza limitata, le loro debolezze, le loro tendenze e devianze
personali, e i loro mostri dell’Id; di conseguenza sono appena in grado di
badare a se stessi, figuriamoci se possono al contrario, gestire decine e
decine di pazienti, che a loro si affidano, e oltre tutto dedicando loro, come
spesso accade, appena un’ora alla settimana. Giocare a fare Dio con poveri
disgraziati, straziati dai loro problemi, è quanto meno antietico, oltre che
essere maleducazione ed arroganza, che spesso e volentieri può sfociare in
forme più o meno aberranti di delirio di onnipotenza (delirio psichiatrico)!
Gli operatori: conosco un direttore, che ha passato la vita, metà nel letto
della moglie, e l’altra in quello di alcune dottoresse sue subalterne e ha
concluso la carriera, colluso con la camorra: che moralità sociale, può
infondere costui in un paziente, soprattutto se minore? Pure ho conosciuto una
dottoressa con gravi problemi di obesità: che obiettività potrà mai esprimere
questa donna nei confronti di un anoressico o presunto tale? Pure mi è noto uno
psichiatra omosessuale… cosa potrà mai dire costui ad un suo paziente
eterosessuale che si dispera perché le donne lo rifiutano: di trovarsi un
uomo!? E così via!...
La
seconda, ancor più stravagante, è la sommersione della terapia:
“Al
paziente non far mai vedere che lui è in terapia senza sapere!” Questo
inevitabilmente crea dissociazione tra il paziente stesso, la realtà e la
società che lo ospita, in quanto, semplicemente fa una cosa credendo di farne
un’altra; e può generare enorme imbarazzo se qualcuno, all’esterno dell’ambito medico, lo informa della
situazione reale! Inoltre, se si presenta al terapista una persona, colta, che
dichiara di aver letto e letto dell’ambientalismo terapico, cosa fa lo
specialista, rifiuta di prenderlo in terapia in quanto il richiedente è a
conoscenza del metodo sommersivo? Mentre invece accetta il paziente se
quest’ultimo, ignorante, non ne è a conoscenza? Assurdo! Come a dire…
storiella: paziente: «Mi presento: sono il dottor Rossi, ho letto molto
dell’ambientalismo, e ho riscontrato che alcuni miei atteggiamenti vengono
considerati nei testi, e volevo chiarire». La dottoressa gli risponde: «Guardi,
se sa non la posso aiutare… avanti un altro». L’altro: «Posso, sono Bicienzo,
‘o contadino»…
Ma
l’idiozia veramente paradossale, che le batte tutte, è quella di alcune
correnti psicoterapiche, che cercano di “discutere” con l’ossessione del
paziente, secondo questo criterio: il paziente espone il suo problema
psicologico, la sua ossessione, e il terapista, ragionando con lui, tenta
razionalmente di smontare a chiacchiere, il suo delirio, usando qualunque mezzo
concettuale, dalla pura obiettività al sofismo più complesso. Risultato: il
povero paziente, messo in difficoltà, di fronte ai ragionamenti del dottore,
alla fine non parla più del problema, trovandolo del tutto inutile, in quanto
nessun aiuto gli viene offerto, contenendo perciò dentro di sé la sofferenza; e
il terapista, nella sua idiozia crede di avere risolto la cosa non sentendone
più il malato farvi accenno. Perché sono così convinto di quanto esposto?
Semplice: io sono stato in terapia da idioti che con questa tecnica hanno
tentato di annullare le mie ossessioni; risultato: irritato e offeso dalle
sciocchezze che mi venivano propinate con boria ed arroganza veramente
vergognose, alla fine, senza averne avuto ovviamente nessun beneficio, con i
dottori non ne ho parlato più proprio per non farmi ripetere sempre le stesse
ridicole pedanti e inconcludenti asserzioni di nessuna utilità!
Concludendo:
riporto l’asserzione di uno dei direttori dell’Asl Napoli Nord, che
effettivamente, ha fatto una giusta osservazione: “La medicina della mente
presenta molte teorie, e si sa: maggiore è il numero delle teorie, minori sono
le certezze scientifiche!” Io condivido pienamente, anzi, specificherei la cosa
in questi termini: troppe sono le teorie, erronee e contraddittorie, e quasi
nessuna certezza scientifica!
INDICE
Introduzione Al Volume
L’Albore Follesofale
……………………………….......……13
Squallore Fa Rima Con
Cuore/Amore ………………………57
Che Vuoi Che Sia È Terapia
………………….......................146
Galina Lacek ……………………………………...................223
Il Presente Testo
È Stato Regolarmente Registrato Presso
IL MINISTERO DEI
BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
-Ufficio Per Il
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Stampato: gennaio 2018
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