I L
F I N I T O . . . di gramaglia
GIOVANNI GRAMAGLIA
*** *** ***
P O E S I E
P O E M E T T I
F I L A S T R O C C H E
Dedicato a me stesso,
che in una vita di totale
solitudine,
continua malattia e
sofferenza,
ho sempre avuto la
capacità di ridere,
anche delle mie sciagure,
e di scrivere storie e
poesie.
Giovanni Gramaglia
INDICE PRESENTAZIONE . . . . pag. 11 PUBBLICAZIONI - IMMAGINI . . . pag. 21 IMMAGINI - PARTE PRIMA (presentazione) . . pag. 23
Auguri . . . . . . pag. 24 Speranza . . . . . . pag. 24 Dolcezza . . . . . . pag. 24 Rassegnazione . . . . . pag. 24
Notti D’Estate . . . . . pag. 25
Mancanza . . . . . pag. 25
Tempesta . . . . . pag. 25
Tramonto . . . . . pag. 25 Il Fiore . . . . . . pag. 26 Fungo Solitario . . . . . pag. 26
Il Gigante . . . . . pag. 26
Un Sogno . . . . . pag. 27 Immagine . . . . . pag. 27 Al Mare . . . . . . pag. 27 Ombre . . . . . . pag. 28 Corrida . . . . . . pag. 28
Dopo Il Tramonto . . . . . pag. 28
Il Fiore Di Cristallo . . . . pag. 29 Ruderi . . . . . . pag. 29
L’usignolo . . . . . pag. 30 Osservando . . . . . pag. 30 Interrogativi . . . . . pag. 31 Pace . . . . . . pag. 31 A Saffo . . . . . . pag. 32 Sera . . . . . . pag. 32 IMMAGINI - PARTE SECONDA (presentazione) . pag. 33 A Lella . . . . . . pag. 34 Ai Miei Genitori . . . . . pag. 35 Tristezza . . . . . pag. 35 Casa . . . . . . pag. 36 Amica . . . . . . pag. 36 Ricordo . . . . . . pag. 37 Sospeso Nel Centro . . . . pag. 38 Dalla Mia Finestra . . . . . pag. 39 Luna . . . . . . pag. 40 Sogno . . . . . . pag. 41 In Clinica
Psichiatrica . . . . pag. 42 Il Pescatore All’ombra . . . . pag. 43 Sospeso Nel Centro . . . . pag. 44 (Seconda Versione) Sogno In
Versi . . . . . pag. 45 A INES . . . . . . pag. 47 Premessa . . . . . . pag. 49 Parte I . . . . . . pag. 50 Parte II . . . . . . pag. 54 DEDICATO . . . . . pag. 59 Presentazione Dell’Autore . . . . pag. 60 A Rosaria . . . . . pag. 65 In Morte Di Rosaria . . . . pag. 70 CANTO DI DISPERAZIONE . . . pag. 75 Presentazione . . . . . pag. 77 Stelle . . . . . . pag. 79 Bosco . . . . . . pag. 80 Madre . . . . . . pag. 81 Notte . . . . . . pag. 82 Pioggia . . . . . . pag. 83 Sogno . . . . . . pag. 84 Solitudine . . . . . pag. 85 Musica . . . . . . pag. 86 Olocausto . . . . . pag. 87 Canto Di
Disperazione . . . . pag. 88 E SARÀ OGNI COSA . . . . pag. 89 Presentazione . . . . . pag. 91 E Sarà Ogni Cosa . . . . . pag. 94 PAROLE D’AMORE (presentazione) . . . pag. 101 Nuvole . . . . . . pag. 101 Un Mondo Lontano . . . . pag. 102 Francesca . . . . . pag. 103 Tramonto . . . . . pag. 104 Come Sei Buffa . . . . . pag. 105 Strano Amore . . . . . pag. 106 Da Quando Ti Ho Incontrata . . . . pag. 107 Ricordo D’amore . . . . . pag. 108 Ti Aspetto Ancora . . . . . pag. 109 Notte Con Te . . . . . pag. 110 Insopportabile Gelosia . . . . pag. 111 Piangere . . . . . . pag. 112 Non Ritornare Più . . . . . pag. 113 Un Giorno D’Amore . . . . pag. 114 Ed È L'Amore . . . . . pag. 115 È Finita Tra Noi . . . . . pag. 116 Storia Di Cuore . . . . . pag. 117 Filtro D’Amore . . . . . pag. 118 Dimmi Di Sì . . . . . pag. 119 Non Mi Lasciare . . . . . pag. 120 Solo Con Le Stelle . . . . . pag. 121 Salute A Te . . . . . pag. 122 Un Addio . . . . . pag. 123 Rosaria . . . . . . pag. 124 PAROLE
D’AMORE 2 (presentazione) . . pag. 125 Ti Prego: Amami . . . . . pag. 125 Da Oggi Sono Solo . . . . . pag. 126 Soltanto Un’Ora . . . . . pag. 127 Perchè Mi Hai Detto
Amore? . . . pag. 128 Piangono Le Stelle . . . . . pag. 129 Non Dire Altro . . . . . pag. 130 Ma Ora C’È Lei . . . . . pag. 131 Meglio Di No . . . . . pag. 132 Nostalgia Di Sole . . . . . pag. 133 Ormai È Tutto Finito . . . . pag. 134 In Alto Nel Cielo . . . . . pag. 135 Piccola Mia . . . . . pag. 136 Ragazza Sola . . . . . pag. 137 Il Tuo Angelo . . . . . pag. 138 Un Amore Per Gioco . . . . pag. 139 L’Unica Compagnia . . . . pag. 140 Piccoli Sogni . . . . . pag. 141 Non Riesco A Dimenticarti . . . . pag. 142 Luciana Mia . . . . . pag. 144 Solite Cose Di Gelosia . . . . pag. 145 Troppo Bella Per Amare . . . . pag. 146 Dolcissima Marina . . . . . pag. 147 Niente Di Nuovo . . . . . pag. 148 Napoli . . . . . . pag. 149 PAROLE
D’AMORE 3 (presentazione) . . pag. 150 L'auto Dell'Amore . . . . . pag. 150 Voglia Di Fuggire . . . . . pag. 151 Solo Un Ragazzo Di Strada . . . . pag. 152 Piano Piano . . . . . pag. 153 Non Voglio Più Fingere . . . . pag. 154 Meglio Da Solo . . . . . pag. 155 Amador D'Elengar . . . . . pag. 156 Me Gusta Mucho L’Africa . . . . pag. 157 Parole D'Amore . . . . . pag. 158 Canzoni Dolci, Tristi Amare . . . . pag. 159 Noi Che Sognamo L’Amore . . . . pag. 160 Vestita Di Blu . . . . . pag. 161 Voglio Solo Andarmene . . . . pag. 162 Ballerina Bellissima . . . . pag. 164 Mille Donne Mie . . . . . pag. 165 Golf & Love . . . . . pag. 166 Scuola Di Cucina . . . . . pag. 167 Un’avventura Da Vivere . . . . pag. 168 Maria, Maria, Maria . . . . pag. 169 Vorrei Un’Isola Deserta. . . . . pag. 170 Solo Un Giorno Di Sole. . . . . pag. 171 Smettila Di Fingere . . . . . pag. 172 Serenella, Serenella . . . . . pag. 173 Una Donna Vera . . . . . pag. 174 AMMORE ‘N CIELO . . . . pag. 175 Occhi Verde
Mare. . . . . . pag. 175 Amore
Tradito . . . . . pag. 177 Il Fidanzato . . . . . pag. 178 Sposi D’amore . . . . . pag. 179 Ragazzina . . . . . pag. 181 Ammore Sbagliato . . . . . pag. 182 Storia D’Amanti . . . . . pag. 183 Tutta Colpa Della Mammà . . . . pag. 187 Versi Nel Cielo . . . . . pag. 188 ALTRE RIME . . . . . pag. 189 Notti D’amarezza . . . . . pag. 191 Marea . . . . . . pag. 192 Muro Del Pianto . . . . . pag. 192 L’otto Marzo . . . . . pag. 193 Piccolo Fiore . . . . . pag. 193 Malinconie . . . . . pag. 194 Dicembre . . . . . pag. 194 Fior D’Eutanasia . . . . . pag. 195 Insonnia . . . . . . pag. 196 Incomprensione . . . . . pag. 197 Il Clown . . . . . . pag. 198 Dubbi . . . . . . pag. 199 Il Letto . . . . . . pag. 200 Amato Mostro . . . . . pag. 201 Rosaria “In L’ove” . . . . . pag. 202 L’unico, Vero Mostro . . . . pag. 205 Il Telefono . . . . . pag. 206 Immeritato Amore . . . . . pag. 208 Rosaria Dantesca . . . . . pag. 209 Il Mostro . . . . . pag. 210 Addio A Rosaria . . . . . pag. 215 Piccolo Testamento. . . . . pag. 218 Quale Donna . . . . . pag. 220 Piante Senza Fiori . . . . . pag. 221 Lamento Di Saffo . . . . . pag. 221 Desolazione . . . . . pag. 222 Malinconia . . . . . pag. 224 Angoscia . . . . . . pag. 225 Verità . . . . . . pag. 226 Ombre . . . . . . pag. 227 Pupazzo Di Neve . . . . . pag. 228 Dolore . . . . . . pag. 229 Sconfitta . . . . . . pag. 230 Alla poetessa sull’albero . . . . pag. 232 Proposta d’amore . . . . . pag. 234 Il Finito… Di Gramaglia . . . . pag. 235 Cantami O Dissacrata Diva! . . . . pag. 240 Commemorazione . . . . . pag. 242 L’Inverno . . . . . pag. 244 Piraña . . . . . . pag. 245 Miseno Show . . . . . pag. 249 Pollicino & Co. . . . . . pag. 258 Filastrocca Psichiatrica . . . . pag. 260 Lady Gaga . . . . . pag. 261 L’Alba . . . . . . pag. 265 È Amore… . . . . . pag. 268 Pensieri . . . . . . pag. 269 Creazione . . . . . pag. 270 Sconcerto . . . . . pag. 273 Nulla È Cambiato . . . . . pag. 274 Piango Nel Mio Cuore . . . . pag. 275 Abissi . . . . . . pag. 276 Amore Mancato . . . . . pag. 277 Gli Anni Migliori Della Mia Esistenza . . . pag. 278 Angoscia Di Esistere . . . . pag. 279 Lamento . . . . . . pag. 280 Malessere . . . . . pag. 281 Amarezza . . . . . pag. 282 |
PRESENTAZIONE
Il mio nome, come si evince dalla copertina, è Giovanni Gramaglia, e
fin da ragazzo mi sono dilettato nel comporre versi e poesie di vario genere.
Anzi, da ragazzo addirittura volevo fare lo scrittore, dato che credevo di
poterne avere la capacità; però, purtroppo, a causa dei miei problemi di
tranquillità sono riuscito solo ad ottenere una pensione di invalidità con la
quale ho potuto sopravvivere fin ora. Comunque qualcosa ho pure scritto,
sebbene non è minimamente paragonabile a quello che avrei potuto se detti
problemi non li avessi avuti. Ad aggiungere problema a problema, limita-zione a
limitazione, come se non bastasse, ho anche la vista debole, con un occhio
ambliope, dal quale non vedo quasi per nulla e l’altro con la capa-cità visiva
di quattro diottrie soltanto, che con la correzione degli occhiali migliora
molto, ma non mi permette di lavorare ai testi se non per un paio d’ore al
giorno. Però ugualmente qualcosa pure ho ottenuto da me stesso, ed è quanto
riporterò in questo libro, nel quale ho raccolto tutte le poesie scritte
nell’intero arco della mia vita, o quasi, dato che alcune, non so quan-te sono
andate smarrite e dubito che potrò ritrovarle in seguito.
Non ho scritto solo poesie, però, anni fa, 1997, poi 1998, ora siamo
nel novembre 2018, recatomi all’Asl per una cura, sono stato indirizzato verso
una terapia, della quale non sono stato messo al corrente, ma che ho rileva-to
facilmente da solo dopo qualche settimana; questa consisteva nel farmi scrivere
di filosofia scientifica e sociale, nientedimeno… ma figuriamoci! Resomi conto
della terapia non volevo scrivere più, ma poi, per dimostrare la mia capacità
ai ciarlatani che mi avevano malaccortamente coinvolto nel loro delirio pseudo
terapico, decisi di continuare nel lavoro che loro mi avevano, per così dire,
inventato; e così, ho concluso al momento ben quattro libri di quella
filosofia, che pure mi ha impegnato finora. Libri stampati in proprio, di
recente, in piccolo numero e con poca spesa, ma andati totalmente invenduti;
che comunque ho spedito, per “conoscenza”, diciamo così, a 80 ASL di salute
mentale e a quaranta sedi universitarie vicine per argomento, in tutta Italia.
Tornando alla poesia, certamente avrei potuto fare molto di più,
malgra-do le limitazioni di cui sopra, ma raggiunta la maturità, tanti di quei
temi cari alla mia giovinezza, sono venuti a mancare, e quindi di conseguenza
anche la voglia poetica è svanita. Ora, finalmente, ho deciso di raccogliere in
un unico libro tutte le composizioni scritte da me fin ora: tenendo presen-te
che essendo nato nel luglio del 1954 ed essendo ora nel novembre 2018, ho 64
anni.
Quando ero poco più che ventenne e volendo intraprendere la carriera di
scrittore, per l’appunto, e sapendo che scrivere e scrivere bene e molto, non è
una capacità di tutti, decisi di fare la prova su me stesso per saggiare quelle
che potevano essere le mie capacità in merito; e così, per prova scrissi ben
350 pagine di foglio protocollo a penna; realizzando delle storie di
fantascienza, o comunque di genere fantastico, reputando quel genere, appunto,
più semplice, che non il romanzo storico, politico, esistenziale o che so
altro, di elucubrato e difficile. Quando però provai a riportare il tutto su
foglio scritto a macchina ebbi le prime e serie difficoltà: innanzi tutto la
macchina, dove prenderla, come comprarla? Mio zio Giovanni, all’epoca provvide
al piccolo miracolo: essendo di famiglia molto povera e disagiata, ed essendo
io all’epoca disoccupato, non l’avrei potuta avere in altro modo. Provai quindi
a ricopiare in bella le mie storie por poterle portare a qualche editore, e
incautamente ascoltando mia zia, esperta dattilografa, mi creai il primo grosso
problema: diceva lei, che se io ricopiando, mettevo quattro fogli in macchina,
dopo avrei avuto ben quattro copie da poter gestire per il mio utilizzo; però
così facendo, ogni volta che sbagliavo, mi capitava spesso e dovevo correggere…
per 4, perdevo tantissimo tempo, cosa che mi rallentava assai, tenendo presente
che ricopiare mi innervosiva moltissimo di per se stesso; quindi alla fine dopo
qualche settimana di continui e dolo-rosi mal di testa dovetti rinunciare a
ricopiare le mie storie di fantascienza, non reputandomene capace. È ovvio che
se invece di metter quattro fogli, ne mettevo uno e poi facevo delle fotocopie,
forse, tutti quei problemi non li avrei avuti, ma ascoltando mia zia, e non
pensando alla cosa, non mi ven-ne neppure in mente di farlo, risultato: lasciai
perdere.
Passato del tempo, pensai che se non ero in grado di produrre romanzi,
forse riuscivo a completare piccoli libri di poesie, limitatamente a qualche
decina di pagine, e quindi mi dedicai alla cosa. Quando la prima serie di
composizioni fu pronta, provai a recarmi da un editore per vedere cosa mi
diceva, ma venni messo di fronte ad una situazione tristissima: la pesante
richiesta di molti soldi. L’editore col quale parlai, mi spiegò che non ci
sa-rebbero stati problemi a pubblicare le mie opere, a patto che lui le
trovasse valide e dignitose, e a patto però, soprattutto, che io gli contribuissi,
dicia-mo così, per le spese di stampa, la bellezza di due milioni di lire a
titolo. All’epoca eravamo all’incirca nel 1976: due milioni equivalevano a due
di-screte mensilità, che io, disoccupato com’ero, assolutamente non avevo; così
per quel periodo rinunciai. Continuavo però a scrivere le mie poesie, in attesa
non so di che cosa, che poi effettivamente si verificò: coinvolto dalla mia
famiglia, superai un facile esame per l’idoneità al commercio e iniziai una
piccola attività di ambulante di bigiotteria, che assolutamente non mi dava la
tranquillità economica, dato che il lavoro permetteva un piccolo guadagno solo
d’estate, però mi mise in condizioni di mettere da parte, per la prima
stagione, la cifra su detta di due milioni. Così, decisi di provvedere alla
stampa del mio primo libretto poetico, però pensai: “Perché andare da un
editore, che prenderebbe tanti soldi per se stesso, lasciando magari in-venduti
i miei libri; posso andare in tipografia e stampare a mie spese, e poi vendere
i libri con la mia bancarella itinerante”. Nel frattempo avevo preso
informazioni sulla materia dell’editoria e quindi cercavo di difendermi da
personaggi ambigui che con la scusa della editoria stessa si sarebbero potu-to
impossessare iniquamente dei mie denari tanto fortunosamente e fatico-samente
guadagnati. Andai dal tipografo, ma rimasi deluso: voleva anche lui due
milioni. Non sapendo cosa fare, dopo un po’ mi decisi: avrei pagato i soldi
richiesti per avere mille libri con le mie poesie; quindi tornai dal ti-pografo
per prendere impegno, ma lui, questa volta, stranamente, non mi volle neppure
ricevere, pensando forse che gli avrei fatto solo perdere tem-po, e così
dovetti rinunciare a lui, non potendo certo insistere ed elemosi-nare il suo
lavoro… pagandolo poi comunque profumatamente. Così, ci pensai su e decisi di
fare da solo: sì, avrei stampato io i miei volumetti e da solo li avrei
venduti! le leggi sull’editoria lo permettevano; e così, fatti i debiti
adempimenti mi feci registrare come editore librario e cominciai le mie stampe.
Con i due milioni di lire in mio possesso comprai una mac-china da scrivere
elettronica dal costo di 750.000 lire, per stampare in bella forma gli
originali di base, allora i pc non esistevano neppure, o all’inizio com’erano,
erano poco conosciuti, ed io non ne sapevo nulla, quindi non li utilizzai; e
poi per stampare le molte copie acquistai una bellissima copia-trice dal costo
di cinquecentomila lire, e cominciai l’opera. Quindi compilai gli “originali”
del primo volumetto, dal titolo: “Fantasie poetiche”, e lo por-tai alla camera
di commercio per farlo registrare come prima opera a stam-pa che avrebbe fatto
di me un editore; e dato che tutto andò per il meglio cominciai a stampare un
certo numero di volumetti e a fare le mie prime edizioni. Allora avevo la mia
bancarella e i libri li misi esposti proprio su questa, ma fu un insuccesso
veramente spiacevole e quasi doloroso: nessu-no li comprava e nessuno li
voleva! Così con tristezza, ma ancora deciso a provare e a continuare a provare,
feci altre stampe di altri libretti, ma fu tutto inutile. Quindi, non sapendo
come “smerciare” i miei volumetti li misi in regalo in una piccola pesca che
avevo sulla bancarella e così, ne diedi via molti. Un paio d’anni durò la cosa,
poi a causa di un aggravarsi della mia condizione mentale non andai più a
lavorare, continuando comunque a stampare i volumetti per un po’ ancora; poi
ovviamente interruppi, risol-vendo la cosa in questi termini: le mie poesie non
interessavano nessuno, non piacevano, di conseguenza era inutile che
continuassi a scriverle, e quindi, appunto: smisi.
Molti anni dopo, recandomi all’Asl di salute mentale, fui coinvolto mio
malgrado in una delirante e demenziale terapia che consisteva nel farmi
scrivere libri di filosofia in collaborazione con gli operatori laureati del
centro; per un certo tempo la cosa andò avanti, come detto, poi però, dopo
alcuni anni interruppi la collaborazione e continuai da solo, non ritenendo più
utile e utilizzabile l’aiuto della parte che io nei miei libri criticavo
pesantemente. Così, io che avevo deciso di non scrivere più in quanto come
autore non destavo l’interesse di nessuno, mi sono ritrovato a scrivere libri
per ben vent’anni. Libri, specifico di nuovo, di filosofia sociale, cosa che
avrei ovviamente evitato, ma alla quale sono stato portato dal delirio
de-menziale di detti operatori, che hanno, per così dire, installato nella mia
mente quasi una “malattia mentale”, tra virgolette, per la quale ho scritto
tanto finora.
Ma lasciando stare i 4 libri di filosofia, vasti per un numero di
pagine pari a 1200; al raggiungimento dei miei 64 anni, circa trent’anni dopo
la pubblicazione dei miei libretti, ho deciso di produrre un libro nel quale
inserirò tutti i miei scritti poetici, quelli pubblicati quando ero giovane,
più tutti gli altri scritti in seguito e assolutamente inediti, più quelli che
scriverò adesso, proprio in occasione del libro in questione. Ovviamente non mi
ri-volgerò a qualche editore, ma come ho stampato in proprio i libri
filosofici, stamperò in proprio anche questo, e poi lo spedirò io stesso in
varie librerie d’Italia, delle quali ho gli indirizzi, circa 50, come ho già
fatto per gli altri libri, per altro completamente ignorati, e andati
assolutamente invenduti. Quindi prevedo per il mio libro, “IL FINITO”, il
presente volume, un ugua-le insuccesso; ma mi consolo pensando che, alla fine,
se anche sono mosso da pura vanagloria, comunque, dopo oltre quaranta quattro
anni, dalla com-posizione della mia prima poesia, potrò avere addirittura e
finalmente una bellissima raccolta “antologica”, tutta mia, di circa trecento
pagine, con tut-te le mie poesie e le mie composizioni in versi!?... quindi
continuo!
Varie sono le composizioni, a partire dalle prime, piccole poesiole, di
quando ancora diciassettenne muovevo i primi passi nella versificazione…
insomma, qualcosa del genere. Le mie poesie iniziali sono inserite nella pri-ma
raccolta presentata nel volume, dal titolo: “IMMAGINI”, e “IMMAGI-NI
IMMAGINI 1 e 2: opere giovanili, scritte all’incirca quando avevo solo
vent’anni: nelle quali aleggia vagamente quel linguaggio classicheggiante che
all’epoca studiavo al liceo, e che tanto mi piaceva. Pubblicate: volume 1, nel
marzo 1987; e volume 2, il mese dopo, nell’aprile 1987.
INES: una poesia che mi divertii a scrivere quando non dovevo avere più
di trent’anni, dedicata ad una ragazza che avevo conosciuto in una scuola di
“perforazione”, una strana disciplina, che poi è stata completa-mente
dimenticata, surclassata dai computer, che insegnava a trasporre dati su delle
piccole schede. Pubblicata nel febbraio del 1987.
DEDICATO: un componimento poetico che scrissi per una ragazza del-la
quale mi innamorai, quando avevo all’incirca trentun anni, molto carina, della
quale dirò in seguito, ma con una personalità maligna e controversa, che
esageratamente diffidente, fu capace di distruggere, prima che nasces-se,
quello che tanto io avrei voluto costruire con lei. Pubblicato nel mese di
febbraio 1986.
CANTO DI DISPERAZIONE: una composizione in forma di silloge, costituita
da dieci poesie collegate da un filo di evidente tristezza: la mia
“disperazione”; che scrissi quando avevo circa trenta cinque anni. Che composi
appositamente per inviare ad un concorso di poesie, al quale poi rinunciai non
ritenendolo opportuno. Pubblicata nel dicembre del 1986.
E SARÀ OGNI COSA: una poesia d’amore, generica, per così dire, in
quartine rimate due a due: nella quale dico un po’ la solita cosa di tanti
poeti che hanno scritto sull’argomento prima e molto prima di me, e cioè che
l’amore è tutto. Anche però un luogo comune, anzi, forse il luogo co-mune più
comune di qualunque altro, dato che riguarda tutti, ma proprio tutti noi; nella
quale poesia rappresento l’amore, appunto, con i colori e le fantasie più
ripetute, con, cioè, i luoghi comuni con i quali maggiormente viene
rappresentato. Volendo, la mia poesia, può essere considerata come una bella, forse,
la più bella dichiarazione d’amore che sia mai stata scritta, fin ora, e l’ho
scritta io: perdonatemi per la… modestia; ma evidentemente di questo mio
poemetto ne vado molto fiero. Pubblicato: novembre 1990.
PAROLE D’AMORE 1, 2, 3: sono testi, per così dire, estemporanei di
canzoni, che all’epoca mi sono divertito a scrivere, senza nessuna pretesa o
vanto particolare; cercando di fare più che altro qualcosa di commerciale che
potesse facilmente arrivare ad un vasto pubblico poco esigente. Avevo
conosciuto un maestro di musica del nord Italia, che mi aveva proposto una
collaborazione: io mettevo i testi e lui le musiche; che per un po’ ho anche
accettato, ma poi visti i risultati, riferendomi ai miseri ricavati,
assoluta-mente deludenti, ho interrotto senza più riprendere. Ogni testo ha
richiesto più o meno per essere compilato da dieci a trenta minuti, e si
capisce che ne ho fatti parecchi, data la facilità con la quale li scrivevo;
non li ho contati ma credo che il numero si possa aggirare sui trecento. Un
centinaio li ho messi nei miei libretti pubblicati, più che altro per
proteggerne con la pubblicazione stessa, il mio diritto d’autore, non si sa
mai, e sono presenti nel libro attuale; gli altri “giacciono” da qualche parte,
ancora scritti a pen-na nei miei cassetti del soggiorno. Giudicando detti testi
abbastanza decoro-si li presento in questo libro, sperando che possano piacere,
come spero che possa piacere anche tutto il resto. Pubblicati: vol. 1: febbraio
1989; vol. 2: aprile 1989; vol. 3: giugno 1989.
AMMORE ‘N CIELO: si tratta di dieci composizioni in napoletano, scritte
per quel poco che ho potuto imparare del mio dialetto parlato fin da piccolo in
un paio di settimane, ma mai studiato prima nella sua ortografia, grammatica e
sintassi; sicuramente avrò fatto parecchia confusione. Anche queste “poesie”,
perché comunque tali sono, rappresentano dei testi che a-vevo preparato per
essere musicate, scritte apposta per un maestro della provincia di Napoli; il quale
prima mi parlò di 5 milioni di lire che voleva darmi in cambio dei testi su
detti; ma poi, alla fine, dopo essersi preso le poesie, mi fece dire dalla
moglie che non se ne faceva più nulla. Chissà se veramente ha fatto come ha
detto o se invece le canzoni le ha completate sul serio guadagnandoci, senza
ovviamente, poi pagarmi. Io non cercai nep-pure di verificare la cosa, dato che
a me non interessava minimamente: mi tenni la delusione e a quel personaggio
equivoco non mi accostai più. Co-munque io all’epoca feci la mia piccola
pubblicazione di un volumetto con i suddetti testi, registrato come facevo
allora, secondo legge, alla procura e prefettura di Napoli, per cui in ogni
caso posso stare tranquillo che la pater-nità delle mie composizioni è dimostrabile
e assolutamente verificabile. Pubblicato nel febbraio 1990
ALTRE RIME: composizioni di varia natura scritte, sia quando ancora
abitavo a Napoli, sia dopo il mio trasferimento da quella città al comune di
Marano in provincia della stessa Napoli, nel 1994; alcune sono tristissime,
altre semiserie, per così dire, e altre ancora addirittura umoristiche. Quello
che lega insieme le varie composizioni è il fatto che non le ho mai potuto
pubblicare, e che neppure lo saranno adesso, dato che questo mio libro sarà
stampato in proprio, e non pubblicato, in quanto è destinato all’autostampa
personale in tipografia, e non alla più decorosa pubblicazione da parte di una
casa editrice affermata; ma saprò accontentarmi. In queste composizio-ni, si
possono distinguere vari “raggruppamenti”, per così dire, di versi, e-lencati
di seguito.
NOTTI D’AMAREZZA: una serie di componimenti che scrissi a partire dai
miei 31 anni, e fino ai trentanove, circa, quando cambiai abitazione,
spostandomi dalla città di Napoli al comune di Marano di Napoli in periferia,
nell’appartamentino nel quale vivo ancora adesso: per quel che ri-cordo ancora
oggi che ne ho sessanta quattro; e a pensarci ora, iniziarono dopo la mia
triste storia d’amore con la squallida Rosaria. Tutte le mie sto-rie d’amore
sono state tristi, purtroppo; in vita mia, con le donne mi è sem-pre andata
male, secondo questa serie di situazioni: se mi dicevano “no” tutto e subito,
me la cavavo e magari non ci pensavo più; se invece mi dice-vano di sì, allora
cominciavano i guai, le bugie, i ritardi ingiustificati, le as-senze agli
appuntamenti, da parte loro, ovviamente; fin quando poi, stanche di avermi
preso in giro, mentito e imbrogliato, con arroganza e cattiveria, mi cacciavano
via, avendo scelto alla fine, un altro al posto mio.
Ritornando alle poesie dell’amarezza, parlano di varie cose che però
portano inevitabilmente al desiderio di morte come conclusione inevitabile
delle mie sofferenze, ed unica soluzione per far cessare le stesse. Queste
opere non furono pubblicate quando ancora avevo la casa editrice, ma le ho
scritte allora e conservate pensando sempre un giorno di metterle in un li-bro
e presentarle al mondo… che inevitabilmente le ignorerà del tutto; co-me
succede per ogni mio scritto, essendo io, evidentemente come scrittore,
assolutamente insignificante e di nessuna comunicatività; pazienza, non è colpa
mia se esisto: non mi sono creato da solo! E a questo punto neppure è colpa mia
se scrivo, perché come ho detto poco su: io avevo interrotto la “produzione”, ed
altri mi hanno manipolato spingendomi a riprenderla. Alcune di queste
tristissime poesie sono dedicate appunto alla giovane e arrogante Rosaria, e
raccontano la mia storia “d’amore” con lei, con i toni della tristezza e della
depressione, ovviamente, e non potrebbe essere altrimenti. La cosa fondamentale
di tutta la mia breve relazione con lei e che caratterizzò il nostro rapporto
fu la fissazione sgradevolissima che lei aveva e con la quale mi tormentava
ogni giorno, ogni ora, relativa al fatto che io ero un cialtrone; non usava
questa parola, ovviamente; e che prima avrei approfittato di lei sessualmente,
e poi l’avrei abbandonata; e così, quando fu il momento, avendo capito, non so
quale stupidaggine, dato che era “furba”, secondo lei, mi lasciò, con questa
ridicola giustificazione. La poverina, nella sua ossessione delirante non
faceva che ripetere sempre questa cosa: che tutti gli uomini con i quali aveva
avuto a che fare l’aveva-no voluta solo per il suo corpo: per portarsela a
letto, cioè, per poi lasciarla dopo avere ottenuto il loro scopo! L’unica cosa
con la quale voglio com-mentare qui questa sua affermazione ripetitiva e del
tutto ridicola, oltre che infondata è questa: lei, che all’epoca aveva 24 anni,
in tutta la sua vita, per come mi raccontò, aveva avuto solo un fidanzato, con
il quale visse la sua storia; storia che finì perché qualcuno le disse che quel
suo uomo era spo-sato; e allora, lei, senza neppure accertarsi della veridicità
delle parole della persona con la quale aveva parlato e che le aveva dato
l’informazione, lasciò immediatamente il suo fidanzato e non lo riprese mai
più. Con me le cose andarono più o meno allo stesso modo: dato che non poteva
inventarsi una moglie da parte mia, in quanto aveva conosciuto la famiglia dei
miei genitori ed era venuta a casa mia, si inventò la mia infame intenzione di
volerla solo a letto, per poi andarmene subito dopo, e mi lasciò. Alla fine,
però, e questo dimostra quanto potesse essere ridicolo il suo comportamen-to:
nessuno l’aveva mai raggirata per averla sessualmente e poi abbandona-ta dopo
averla posseduta, nessuno! Due fidanzati aveva avuto, lo “sposato” ed io, e
tutti e due li aveva lasciati lei; quindi dico io, più fissata di così, come
avrebbe potuto esser mai, come!? Dal canto mio, io solo com’ero e come ero
sempre stato, non avevo nessuna intenzione di “possederla ses-sualmente” e
abbandonarla dopo: basti pensare che l’avevo conosciuta tra-mite un giornale di
appuntamenti, in una rubrica matrimoniale, per persone sole come ero io allora
e sono rimasto fin ora; giornali che di solito gli “sciupafemmine” non
adoperano minimamente, ben sapendo come procu-rarsi le donne da soli.
In conclusione alle “notti d’amarezza”, c’è da dire ancora questo: che
io, nella mia povera illusione, speravo, credevo, ero convinto che sarebbero
durate per un po’, ma che poi, alla fine, però tutto si sarebbe risolto ed io
avrei avuto la mia tranquillità e il mio amore. E invece no! non ho avuto né
l’uno, né l’altro; e le notti d’amarezza sono durate praticamente tutta la mia
vita!
PERIODO RECENTE: vi sono le poesie, e anche alcune filastrocche,
tristi, ma non sempre e non troppo, che ho composto quando vivevo a Ma-rano,
trasferitomi lì dalla città di Napoli, continuando la mia desolata esi-stenza
in questa cittadina, appunto. Quasi tutte sono un po’ tra il sarcastico e
l’ironico, o addirittura comiche e burlesche, e dimostrano la mia voglia di
ridere e di divertirmi con o senza gli altri; cosa, però, che non molto spesso
mi riesce a causa della mia solitudine, e della mia sofferenza psichica. Tra le
varie c’è la poesia che maggiormente mi rappresenta nella mia sofferen-za,
solitudine e malattia mentale, chiamandola se vogliamo “epilessia di Morfeo”,
come un neurologo l’ha definita, nella quale, sorridendo e un po’ piangendo
dentro di me, espongo tutta la mia sofferenza e delusione per la mia esistenza;
non mancando però di riderci sopra almeno un poco. Il tutto, confrontandomi e
riferendomi al famoso poeta della tristezza e della soffe-renza: Giacomo
Leopardi.
PERIODO ATTUALE: è relativo ai giorni recenti, ai giorni cioè che
intercorrono, o meglio interreranno dal momento nel quale ho iniziato a
co-struire questo libro, novembre 2018, inserendoci tutti i versi che ho
scritto nella mia vita, a quando il libro sarà stampato, data, al momento, del
tutto sconosciuta. Pensavo e speravo di scrivere molte altre liriche, belle e
“struggenti”; ma mi sono reso conto che la cosa proprio mi annoiava, anche
perchè tutto quello a cui riuscivo a pensare quando ci provavo, erano solo cose
tristi e lacrimevoli, che parecchio mi avvilivano. Però, facendo mente locale,
ci vuole ancora molto tempo prima che il libro sia finito, tenendo presente che
oggi, che mi ci sto dedicando è il 2 giugno 2019, chissà!... Per il momento
qualcosa ho composto, e sono delle delicate poesie dedicate ad una bellissima
ragazza che lavora in un negozio vicino casa mia, e che faranno bella mostra di
sé in questo mio libro. Inoltre, mi sono dilettato, per così dire a rendere in
versi la “Creazione” biblica, tradotta da me; non che io sia un biblista e
conosca l’ebraico, ma un po’ lo so leggere e con l’uso del vocabolario, tenendo
sott’occhio le tante traduzioni effettuate fin ora, riesco a tradurre, secondo
me, anche con ottimi risultati.
Infine chiuderanno il libro le mie ultime “creazioni” poetiche,
purtroppo però, come detto, tristissime e sconsolate; che si potrebbero
inserire più che nelle notti d’amarezza, di cui sopra, in vere e proprie “notti
di disperazio-ne”. Stato d’animo opprimente e ossessivo che ha praticamente
caratteriz-zato gli ultimi anni della mia già dolorosa esistenza, nei quali
ormai non spero più in nulla, se non nella morte liberatrice. Scritte di getto,
senza nep-pure necessità di correzioni, ma allo stesso tempo, senza nessuna
pretesa.
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Stampato:
luglio 2021
TIPOLITOGRAFIA GRAFIÒ
Via Napoli 157 - 80018 Mugnano di Napoli (Na)
PUBBLICAZIONI
IMMAGINI
(pubblicato: marzo - aprile 1987)
PARTE PRIMA
(pubblicato: marzo 1987)
PRESENTAZIONE
In
"Immagini", Parte 1° e Parte 2°, sono raccolte quasi tutte le mie
poesie scritte tra i quindici e i ventuno anni di età; in ordine non cronologico,
e divise in due volumetti.
Avevo sentito o letto,
allora, che le poesie descrittive erano sem-pre state le più belle; cosi,
ingenuamente, pensai di farne anche io: per creare qualcosa di altrettanto
bello, che fosse ricordato poi, per sempre.
E molte delle poesie
esposte in "Immagini", sono state scritte se-condo questo criterio;
solo che in esse invece della realtà, vi ho de-scritto soggetti immaginari,
creati, allo scopo, dalla mia fantasia.
Alcune poesie parlano
della mia famiglia, altre di un mio antico amore, passato, ma non dimenticato;
altre parlano della mia tristez-za portatami dalla mia terribile solitudine,
che già da allora mi per-seguitava; e altre, infine, di altro.
AUGURI
Auguri, zio Giovanni,
di questi mille giorni
te ne voglio augurare.
Felicità e gaiezza
ti possano portare.
Il presente testo va ricollegato
alla “homepage” del sito: http://www.filofollesofiagramaglia.it