MANIFESTO
DELLA FILOFOLLESOFIA
La sua
nascita ed evoluzione
Buonasera,
innanzi tutto vi ringrazio di essere qui per ascoltarmi… io mi chiamo giovanni,
pensionato, e sono anche uno scrittore… effettivamente scrivo dei libri. Ma che
tipo di scrittore sono? Scrittore per caso? Ormai sono anni che sentiamo questa
dicitura: “per caso”, da quando è uscito il film con Hoffman: “Eroe per caso” …
ma non è così: non sono uno scrittore per caso, la cosa è stata ampiamente
pianificata, anche se non da me! Scrittore per lucro? Magari, mai guadagnato
soldi dai miei libri!... Scrittore per vocazione… passione? Non esageriamo: mi
piace scrivere, ma altre cose mi piacciono di più! E allora? Allora, ecco, io
sono uno scrittore per terapia… ebbene sì, avete sentito bene: terapia!... Come
mai? Ecco la mia storia: circa 24 anni fa, era il febbraio del 1997, mi recai presso
l’Asl di Mugnano, io vivo a Marano, in zona, per un certificato per la
pensione, essendo pensionato inps; e chiesi anche una
terapia verbale, dato il profondo disagio esistenziale che mi tormentava. Feci
la mia richiesta nel così detto: “primo ascolto”, e subito lo psichiatra che mi
avevo ricevuto, mi disse che mi avrebbe preso lui in terapia, specificando: “in
terapia verbale”. Io gli chiesi in che cosa consistesse la sua terapia, e lui
mi rispose che me lo avrebbe spiegato durante la terapia stessa. Ma non volle
darmi il certificato, dato che, secondo lui, non serviva. Lo psichiatra era
bassino in verità: quando si alzava dalla sedia, in pratica scendeva, e aveva
sempre la camicia fuori dai pantaloni, solo dietro, però. Come persona era
arrogante e presuntuoso, cominciò a dirmi cose che mi apparivano strane, ma
soprattutto mi disse che avrei dovuto scrivere un libro sugli ufo che mi
avrebbe reso ricco, dato che gli avevo detto che avevo avuto il contatto
alieno. Io lo presi per matto: ma come… scrivere io un libro sugli ufo? Ufo ai
quali lui neppure credeva? Insomma, dovetti sorbirmi, con grande pazienza,
tutte le sue asserzioni, estremamente irritato, devo dire: dava veramente
fastidio con le cose strampalate che diceva; ma soprattutto mi tormentava con
la storia del libro sugli ufo, tanto che lo soprannominai “the pshichiatrist of ufo’s
book”. Sopportando la sua profonda pedanteria, pareva volesse insegnarmi a
vivere, più che aiutarmi a superare i miei problemi mentali e personali, venne
l’estate, senza che scrivessi nulla, ovviamente. Andammo tutti al mare e a
settembre mi guardai bene dal tornare all’Asl per riprendere la terapia con
quell’ossessivo dottore che per forza mi voleva far scrivere. A febbraio
dell’anno dopo, però, tornai all’Asl per un altro certificato richiestomi
dall’Inps, e giacché c’ero, chiesi di nuovo di poter usufruire di una terapia
verbale, però con un altro dottore, dato che lo psichiatra fissato con lo
scrivere proprio non lo volevo più nemmeno sentire nominare; questo nel
primo/secondo ascolto, nel senso che di nuovo venni fatto accomodare nella
stanza del primo ascolto, sebbene fossi già stato in terapia presso quella
struttura per mesi, l’anno prima. Questa volta mi fecero il certificato e mi
assegnarono ad una dottoressa stravagante, con la zeppola in bocca, come si
dice, con dei capelli corti, sempre spettinati e arruffati, e con pochi denti,
senza protesi, ovviamente, che aveva la mia stessa età di allora: 44 anni. Da
tenere presente che la terapia cambiò di nome: da verbale, divenne: di ascolto,
ma le cose non cambiarono per nulla: infatti la donna, per quanto avrebbe
dovuto “ascoltare”, e basta, non faceva altro che dirmi cosa fare. Mi dava
consigli su tutto, mi diceva cose ancora più strane e stravaganti dello
psichiatra: tra le tante, ad un tratto anche lei cominciò a dirmi di scrivere
un libro sugli ufo. E dato che io mi rifiutai, cambiò argomento, dicendomi di
scrivere di filosofia, cioè di critica sociale e scientifica… nientedimeno!
Aggiungendo che se riuscivo a mettere in discussione i
medici sarei diventato ricco! Ma aggiungendo ancora, addirittura, che dai miei
scritti sarebbe potuta nascere una rivoluzione culturale, specificando, parole
alla lettera: “Le rivoluzioni così sono cominciate: perché qualcuno ha iniziato
a parlare!” Affermazioni queste, quanto meno deliranti! La psicologa creò
quindi una situazione a dir poco anomala: una dottoressa in psicologia,
operante in una Asl di salute mentale, che dice rivolta ad una persona, con
gravi disturbi di personalità, senza nessuna qualifica specifica, cose del
genere, assurdo! Un simile aberrante comportamento crea questo problema, si sa
da dove si parte ma non si sa dove si può finire con l’arrivare! D’altra parte,
io avevo preventivamente specificato sia a lei che, precedentemente allo
psichiatra, che ho gravi problemi di sonno, e una seria limitazione di vista,
per i quali scrivere libri mi avrebbe creato enormi inconvenienti, ma questo
non era bastato! Pertanto, insisti, insisti, alla fine la psicologa mi convinse
a scrivere. Cominciai il mio primo libro di filosofia, e a noi, si unì anche un
sociologo, che doveva collaborare con me e la psicologa a rielaborare i testi
da me scritti. Passarono alcune settimane, ed io, ovviamente mi resi conto che
mi avevano messo in terapia senza dirmelo, e senza specificare quale fosse la
terapia, che era appunto quella di scrivere! Chiesi chiarimenti alla psicologa,
che caparbiamente negò la terapia, mentre il sociologo, senza scendere nei
dettagli, relativamente la ammise; a questi io, pacatamente, chiesi che se proprio dovevo scrivere, per terapia, era meglio
scrivessi libri di fantascienza, che oltre tutto già li avevo a casa, ma lui
specificò: “no, la filosofia!” Rendendomi conto che la cosa era quanto meno
controversa, feci le mie rimostranze, ma non ebbero alcun esito; quindi,
dovetti decidere se continuare a scrivere o se mandare a quel paese quelle
persone così false ed erronee, al punto da credere che un povero disgraziato,
io, ritenuto dallo stato incapace di lavorare, potesse alla fine scrivere libri
di filosofia sul serio. Decisi così di continuare a scrivere, se non altro per
specificare a quanti mi avessero voluto ascoltare, quanto erano ridicoli e
irragionevoli, non che subdoli e deleteri, questi operatori di salute mentale e
i loro metodi, di quella che seppi dopo chiamasi “terapia ambientale”. Quindi,
parecchio interdetto, ma intenzionato a continuare a scrivere, mi inventai il
termine filofollesofia, praticamente: filosofia con inserita la parola: folle,
riferita, ovviamente a me e alla mia condizione. Come a dire che, io, pover’uomo,
malato di mente, in uno stato di grande sofferenza, che cosa potevo mai
scrivere, se non della filofollesofia, cioè filosofia-folle? La cosa andò
avanti con alterne vicende; la psicologa però ben presto fu allontanata, in
quanto rifiutava di ammettere la terapia in questione, per quanto io le facessi
notare che non era ammissibile che un esterno, non specializzato, collaborasse
con una dottoressa dell’Asl per scrivere testi pseudo medici a carattere
filosofico. Invece col sociologo la cosa continuò, infatti questi mi fece un
vero e proprio corso a livello universitario: mi spiegò varie correnti medico
filosofiche: sia psichiatriche che sociologiche, che, infine, psicologiche; e
grazie a questi scarni rudimenti, potei scrivere il volume uno della filofollesofia.
Ovviamente il carattere di questo primo volume è pesantemente critico, anche se
la polemica, è parecchio smussata dall’ironia e dalla parodia umoristica che
pervade tutto il volume. Il numero uno della filofollesofia fu stampato dallo
stesso dipartimento di salute mentale, che poi avrebbe dovuto metterlo
addirittura in vendita, tramite una ditta “terapica” di ragazzi che all’allora
centro di Mugnano, erano tenuti in terapia. Io ebbi, gratis, 50 libri dalla
casa editrice: sensibili alle foglie, in più altri 37 volumi dallo stesso CSM;
più altri cinquanta li comprai al prezzo, allora, di 8 euro ciascuno. Pertanto,
io, da allora, dal 1998, scrivo questa “filofollesofia”, senza speranza di
venderne mai un quantitativo sufficiente, almeno a recuperare i soldi spesi
finora per questa mia; presunta; attività letteraria. Ma almeno, voglio
cercare, facendo conoscerne il testo, di spiegare a quante più persone
possibili che la situazione delle terapie psichiatriche, a mio avviso, è molto
grave: creano problemi, non danno garanzia di risultati e alla fine rischiano
di danneggiare gravemente e per lunghi periodi le persone; come è successo a
me: che ormai, da anni, senza apparente valido motivo e ragione, scrivo testi,
alla fine di nessun interesse pubblico, ma li scrivo lo stesso. A questo punto
posso solo pensare, a causa di una strana forma di ossessione, che i due
sciagurati operatori di salute mentale, con la complicità, diciamo così, del
direttore dell’Asl, hanno generato in me, con la loro delirante insistenza.
Specifico: lo psichiatra mi tormentò per almeno 4
mesi, altrettanto la psicologa, prima, quest’ultima, di convincermi a scrivere.
Nei volumi della filofollesofia, vari sono
gli argomenti, ma uno solo è il filo conduttore: la critica, mia personale, a
quello che è scienza e medicina, soprattutto della mente. Per quel poco che
possa venir preso in considerazione, mi permetto, in maniera ironica, e a volte
addirittura comica, oserei dire, di presentare le mie considerazioni e le mie
opinioni su fatti, persone e situazioni attuali e dei tempi passati. Nel volume
uno, la cosa più rilevante che si può trovare è il “processo alle opinioni”,
buffa critica alla medicina della mente, tra psichiatria, psicologia e
sociologia; che da anche il titolo al libro. In
questo “processo”, simbolico, ovviamente, io, Gramaglia, sono imputato di
“pensionamento aggravato”, diciamo così; e in mia difesa, vengono a
testimoniare vari personaggi, storici: Freud, Basaglia; alcuni operatori
dell’Asl Napoli 2: i dottori Adolph Hicckstz, Erwin Giuda Boh (nomi di
fantasia); testimonia, addirittura, anche la mia povera mammina morta, in forma
di fantasma, o quasi, ovviamente, e altri. Come finirà il processo? Bisognerà
leggere il libro, per saperlo… Ovvio, no!? Nel secondo volume, l’argomento
principale è una strana storia di fantascienza, nella quale il dipartimento si salute mentale della Napoli nord, nelle varie strutture,
viene presentato in vicende fantastiche alla star trek. Infatti, varie
astronavi della federazione, relative alle strutture di Giugliano, Mugnano,
Melito e altre, percorrono i cieli della salute mentale pubblica in cerca di…
nuove, strane forme di patologie psichiatriche, arrivando lì, dove nessun
operatore di salute mentale è arrivato prima. Viene espressa, con tante parole,
la mia avversione, molto pesante, al già nominato psichiatra Hicckstz, che
cerco di seppellire, per così dire, di polemiche, nella speranza, avendolo così
seppellito, di impedirgli di danneggiare ancora altri poverini come me. C’è
anche una parvenza di critica astronomica, relativa alla possibilità che altre
forme di vita popolino l’universo, e siano arrivate fin sulla Terra, e le
obiezioni specifiche ad una dottoressa operante, una volta nel settore: la
famosa astrofica dottoressa Befania, che non credeva agli ufo perché non li
aveva mai visti nel suo telescopio la notte quando, con esso, guardava e
studiava il cielo stellato. Chiude il volume due un Mathematical-file, dove mi
permetto, con dubbio risultato, forse, di criticare perfino la legge della
relatività di Einstein, e l’equazione relativa alla formula di Lorenz,
sull’aumento di massa dei copri in ragione della velocità. La filofollesofia
però non si ferma qui, infatti al momento, 5 sono i libri che ho già scritto, e
che ho faticosamente completato, dato che a causa della debolezza dei miei
occhi e del disagio mentale di cui soffro, posso lavorare agli stessi solo un’ora
e mezza, massimo, al giorno e solo quando sono in condizioni. 5 libri ormai sono stati da me completati, invece del sesto,
non ne ho scritta al momento neppure una pagina, ma conto di farlo in seguito…
molto forse! In venticinque anni di filofollesofia, ne ho impiegato circa 20,
per tutto il lavoro descritto, dato che per alterne vicende non l’ho fatto di
continuo: mi pare che per 5/6 anni ho evitato; e volevo continuare a non
scrivere, poi, però, rendendomi conto che i miei libri, per quanto cosa triste
e squallida, erano la cosa meno triste e squallida della mia intera esistenza,
ho ripreso! Spero che leggiate e che vi piaccia il tutto. … GRAMAGLIA!
TITOLI
FILOFOLLESOFIA
1, TRA SCIENZA E DELIRIO
“PROCESSO
ALLE OPINIONI”
FILOFOLLESOFIA
2, LA BEN DETTA
“STAR
KRAZIS”
FILOFOLLESOFIA
3, VIETATA AI MINORI
“L’INQUIETANTE
STORIA DI GALINA LACEK E DELLA FOLLE FILOSOFIA”
FILOFOLLESOFIA
4, LA FINE LA CONCLUSIONE
“IL
GRANDE CIALTRO E IL SEQUESTRO DEGLI INNOCENTI”
FILOFOLLESOFIA
5, COSE DA NON CREDERE
“ZANKALUP
L’UNICO VERO DIO E IL GRANDE COMANDAMENTO”
Il presente testo va
ricollegato alla “homepage” del sito: http://www.filofollesofiagramaglia.it